AGGIORNAMENTO DEL 26.03.2018Inserisco l'aggionramento inusualmente prima della recensione perché in questo caso il suo contenuto è di particolare importanza.Sto utilizzando l'ottica, sempre tramite convertitore SIGMA MC11, con una Sony a7R II che ho acquisato da poco. Come noto, questa fotocamera monta un sensore full frame particolarmente esigente, soprattutto sotto il profilo della risoluzione. I suoi 42 Mpixel e l'assenza del filtro AA riescono a dare immagini nitidissime e quasi vive, ma richiedono ottiche molto valide.L'obettivo Canon 16-35 f/2.8 di terza generazione ha superato brillantemente il test risoluzione anche con il sensore sudetto.Confermo, pertanto, integralmente quanto già detto nella recensione. Solo gli angoli estremi mostrano una leggera riduzione di dettaglio a tutta apertura e minima focale, che si risolve rapidamente, sino a sparire verso f/5.6.Il resto del fotogramma è nitidissimo, perché l'ottica riesce a risolvere i 42 milioni di punti che costituiscono il fotogramma. Per dettagli alle varie aperture e focali mi riporto alla recensione, poco sotto.Rimangono anche i difetti, con particolare riferimento alla cospicua viglettatura ai bordi, per la quale egualmente rimando alla recensione sottostante.Aggiungo qualche considerazione sull'autofocus.Se sulla Sony a7 tentennava un po' (d'altra parte c'è l'adattatore di mezzo), con la a7R II va meravigliosamente. Purtroppo non essendo un'ottica nativa Sony non è possibile usare il sistema ibrido, con unione del rilevamento del contrasto e rilveamento di fase. Si deve scegliere o l'uno o l'altro; con piena luce i 399 punti a rilevamento di fase vanno a meraviglia e danno un aggancio fulmineo e preciso praticamente sempre.Con luce molto, molto scarsa, è necessario passare al rilevamento di contrasto, i cui 25 punti addizionali riescono a garantire comunque la messa a fuoco, anche in condizioni veramente estreme.RECENSIONE ORIGINALEL’obiettivo appartiene alla serie “L” di Canon, che contraddistingue le ottiche di maggior pregio del marchio e con una vocazione prettamente professionale. Si nota, prima di tutto, la rassicurante dicitura “Made in Japan”.Trasmette sin da subito una sensazione di alta qualità costruttiva, che promana dall’ottica nel suo complesso, ma che si percepisce anche da ogni singolo materiale di cui è composta.La ghiera della lunghezza focale ruota con poco sforzo, ma al contempo risulta fluida e precisissima, come ci si attende da un prodotto di tale livello.Lo stesso deve dirsi per la ghiera di messa a fuoco, egualmente fluida, scorrevole e molto precisa, sebbene meno oppositiva rispetto alla media.I materiali plastici si mostrano molto curati, sia quanto a fattura, sia in ordine all’ineccepibile assemblaggio.Naturalmente, quello che più conta in un obiettivo in generale, ed ancora di più in uno di alta gamma, è indubbiamente la sua resa ottica.Per quanto possa sembrare strano, non ho testato l’ottica su un corpo Canon, ma su una full frame Sony a7, tramite convertitore di montatura Sigma MC-11 che permette il controllo integrale dell’ottica anche quanto alla parte elettronica (Per me che fotografo prevalentemente paesaggio la gamma dinamica è un aspetto fondamentale ed allo stato attuale i sensori Sony, impiegati anche su Nikon e Pentax, non hanno obiettivamente rivali sotto questo aspetto).Le prove che ho potuto condurre hanno in larga misura confermato le attese ingenerate dall’alto prezzo dell’ottica, anche se qualche sorprendente punto debole si è manifestato.Molto sinteticamente, si può dire che l’obiettivo presenta eccezionale risolvenza praticamente ad ogni apertura ed aberrazioni quasi assenti, ma per contro manifesta anche una forte vignettatura.Entrando nel dettaglio, la RISOLVENZA a 16 mm, ossia alla focale più interessante su un grandangolare spinto, anche ad f/2.8 è quasi eccellente al centro; i bordi sono leggermente meno nitidi, ma rimangono comunque su livelli che possono definirsi senza dubbio ottimi. Solo gli angoli estremi (intendendo proprio gli spigoli del fotogramma, nelle ultime 3 decine di pixel) mostrano una riduzione di nitidezza più marcata, che si colloca pur sempre a livelli buoni.Considerando che si è di fronte ad un grandangolare molto ampio, si tratta di una prestazione elevatissima, molto rara da trovare in campo ottico.Restando alla focale minima, chiudendo appena ad f/4, il bordi raggiungono il centro divenendo essi stessi eccellenti e gli angoli estremi si portano su ottima nitidezza.Ad f/5.6 siamo su livelli di eccellenza su tutto il fotogramma, con solo gli angoli estremi appena al di sotto della massima risolvenza.Ad f/8 si può dire che la nitidezza sia uniformemente eccellente, dopo di che chiudendo ancora inizia lentamente a scendere (sicuramente a causa della diffrazione).A focali maggiori la resa è anche migliore: già a 20 mm gli angoli estremi non si distinguono più dai bordi, cosicché anche a tutta apertura la nitidezza è quasi eccellente su tutto il fotogramma e diviene impeccabile ad f/4A 24, 28 e 35 mm (ed alle lunghezze intermedie) le prestazioni di risolvenza dell’ottica sono sostanzialmente eguali e costanti e non si distinguono da quelle già viste per la focale di 20 mm.Segnalo, per completezza, che non ho riscontrato lo scadimento di nitidezza a 35 mm che è stato rilevato da qualche recensione professionale. Per quel che ho potuto vedere, le prestazioni rimangono inalterate.Sotto il profilo della risolvenza, quindi, è davvero difficile chiedere di più: a tutte le focali e pure a tutta apertura la resa è già molto soddisfacente e diviene ineccepibile solo chiudendo appena il diaframma.L’ABERRAZIONE CROMATICA LATERALE è l’aspetto che mi ha sorpreso di più, in positivo.E’ presente a 16 mm a tutta apertura, ma francamente è molto ridotta. E’ persino inferiore a quella dell’eccellente Sigma Art 18-35 f/1.8 che utilizzo spesso con la Pentax KP e che è un punto di riferimento per la resa ottica.Chiudendo anche ad f/5.6 non ho rilevato variazioni, ma il difetto rimane modesto e facilmente correggibile.A 24 mm l’A.C. non è più rilevabile e rimane del tutto assente alle focali maggiori. Davvero notevole.Ben presente è, invece, la DISTORSIONE alla focale minima.A 16 mm è ovviamente a barilotto ed è molto visibile, ma pur sempre nella norma per ottiche di questo genere.Già a 20 mm si riduce a livelli minimi ed a 24 e 28 mm è assente.A 35 mm si rileva una minima distorsione di verso opposto, ossia a cuscinetto.L’inevitabile difetto è facilmente correggibile in fase di sviluppo o post produzione, peraltro. La distorsione è, comunque, regolare e non sono presenti né fastidiosi effetti tipo fisheye, né linee anomale (tipo la distorsione a baffo del Samyang 14 f/2.8).La VIGNETTATURA, o per maggior precisione caduta di luce ai bordi, è l’aspetto che stupisce di più in senso negativo.A 16 mm il fenomeno è impressionante: non l’ho mai visto su nessun ottica che ho avuto o ho avuto modo di provare. Gli angoli sono proprio bui ed è assolutamente necessario usare un software con profilo di correzione già presente oppure agire manualmente per compensarlo.E’ un fatto di una certa rilevanza (in senso negativo) su un’ottica di questo calibro e che fa della luminosità a tutta apertura uno delle sue caratteristiche di maggior pregio. Infatti, è necessario spingere gli angoli parecchio per correggere il problema (a stima circa 2,5 f-stop), con conseguente drastica riduzione delle possibilità di recupero delle ombre (infatti, se gli angoli sono già stati spinti, la loro luminosità non può essere alzata ancora).Fortunatamente, già chiudendo a f/4 la vignettatura si riduce a livelli più ordinari, ad f/5 è più che dimezzata e ad f/8 è trascurabile.Anche a 20 mm il fenomeno è ben presente, anche se meno estremo. A tutta apertura la caduta di luce resta evidente e su valori importanti, ma meglio gestibile. Ad f/4 il fenomeno è già rientrato nell’ordinario.Salendo ancora di lunghezza focale, il fenomeno si attenua progressivamente, tanto che già a 24 mm si può ritenere che sia nella normalità anche a tutta apertura. La correzione è agevole.A 35 mm le prestazioni sembrano rimanere stabili, con vignettatura ancora presente, ma nella norma.Non ho riscontrato COMA apprezzabile.Lo SFOCATO, ovvero il bokeh, è eccellente per merito del diaframma a 9 lamelle.Un maggior numero di lamelle, infatti, attribuisce una conformazione più prossima a quella circolare a diaframmi maggiori di quello di tutta apertura.Nel caso concreto bisogna riconoscere che Canon ha fatto un ottimo lavoro, dando alle lamelle anche una conformazione arcuata al punto tale da raggiungere sempre la quasi circolarità.Le luci fuori fuoco, pertanto, appaiono rotonde e pulite, con passaggi dolci e per nulla tormentati. E' chiaro che ad f/2.8 la resa dello sfocato è quella migliore, ma anche a diaframmi più chiusi si hanno ottime prestazioni.Resta fermo che la corta gamma di focali dell'obiettivo (almeno su FF) rende relativamente rare le occasioni in cui si ha qualcosa fuori fuoco a 16 mm; tuttavia a 35 mm è già più frequente imbattersi nella necessità di avere un bello sfondo sfumato, tenuto conto anche delle discrete capacità di ingrandimento dell'ottica.Sebbene non sia certo un obiettivo MACRO, il Canon 16-35 sorprende comunque per la capacità di mettere a fuoco soggetti a breve distanza. Si riesce ad avvicinarsi sino ad una trentina di cm dal soggetto rispetto al piano del sensore, il che significa circa 13 cm dalla lente frontale; a 35 mm questo permette di ottenere un buon ingrandimento che si attesta su circa 1:4E' una caratteristica utile, che permette di ottenere immagini quasi macro molto piacevoli, grazie all'eccellente sfocato dato dal diaframma a 9 lamelle.L’ottica pesa abbastanza, ma francamente meno di quanto mi aspettavo.La lente frontale è molto ampia e l’obiettivo risulta anche di buona lunghezza; gli ingombri importanti lo rendono impegnativo di trasportare, ma il peso non è proibitivo ed è stranamente inferiore a quello, ad esempio, del Sigma Art 18-35 f/1.8 che pure è un’ottica per APS-C.Impegnativo il diametro dell’innesto dei filtri (82 mm), tenendo anche conto che è opportuno fare uso di vetri di alto livello per non mortificare le prestazioni dell’ottica.In conclusione, va riconosciuto che l’obietto messo a punto da Canon è un punto di riferimento tra i grandangolari per la nitidezza e la correzione delle aberrazioni. Meritatamente, quindi, è inserito nella serie professionale del marchio.Avrebbe sicuramente meritato la massima valutazione, ma la vignettatura fori dell’ordinario risulta difficilmente perdonabile su un’ottica di questo prezzo e riduce la valutazione a 4 stelle.Consigliato, comunque, a chi ha l’importante disponibilità economica richiesta per l’acquisto.